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Maria Antonietta Torriani alias Marchesa Colombi

colombiPresentazione

 

Marchesa Colombi è lo pseudonimo letterario con cui Maria Antonietta Torriani firma le sue collaborazioni a giornali e riviste, come opinionista, “esperta di moda e buone maniere”, con la vocazione alla critica e satira di costume. Tale pseudonimo è tratto da La Satira e Parini , commedia di P. Ferrari ( 1858), nella quale “ i marchesi Colombi” sono personaggi quanto mai “futili e viziosi”. L’accento ironico di questo pseudonimo, usato all’inizio quasi per gioco, la contraddistinguerà, diventando il nome d’arte di una giornalista e scrittrice di discreto successo. La sua attività è vasta e diversificata: collaborazioni giornalistiche, traduzioni, racconti e romanzi. Nei suoi libri, più di 40 pubblicati, i ritratti di donne delle più svariate condizioni sociali, dalle mondine, alle serve, alle signore della alta e media borghesia, di provincia o di città, sono attraversati da uno sguardo lucido e disincantato che stupisce e che rivela la modernità della donna – autrice, dal carattere intraprendente, forte e disinvolto, gelosa della sua indipendenza.

Si sposò infatti a 35 anni, età che ai suoi tempi corrispondeva già all’identità della ‘zitella’. Aveva scelto di andarsene da Novara, di non restare in famiglia a allevare il fratellino, dopo la morte della madre, come era toccato, invece, a Denza la protagonista di Un matrimonio in provincia, il più noto e apprezzato fra i suoi romanzi e che nella più recente edizione presso Einaudi del 1973, contiene un’ appassionata introduzione di Natalia Ginzburg.

Abbiamo scelto di leggere una lettera tratta dal romanzo epistolare Prima morire (1a ed, 1881), perchè in essa abbiamo riscontrato emergere proprio quel tono ironico e quell’osservazione smaliziata attraverso cui la Torriani ci offre uno spaccato, gustoso e divertente, sulle caritatevoli e virtuose signore della borghesia, dedite alla beneficienza e all’ “entusiasmo della virtù”. Chi avrà poi desiderio di leggere la versione integrale di Prima morire avrà modo di scoprire quali moti dell’animo spingono l’aspirazione della marchesa Malvezzi alla virtù!

Il progetto del romanzo Prima morire era originariamente una collaborazione fra Eugenio Torelli Viollier e Ugo Tarchetti, suo amico,  abbandonata a causa della sua prematura scomparsa. La Marchesa Colombi, spinta dal marito, aveva ripreso l’idea e si era divertita a descrivere oltre all’affascinante Signora Malvezzi la vita ‘scapigliata’ di <<un artista idealista e povero, in contrapposizione a quella monotona di una signora ‘per bene’, ricca e annoiata, ma, intelligente e disponibile all’avventura. >> Così scrive M.T. Cometto nella biografia che dedica all’autrice (Nota 1) e aggiungiamo noi: del cambiamento.  <<La notizia della amicizia e della collaborazione letteraria fra Iginio Ugo Tarchetti (1841/1869) e Torelli Viollier l’ho appresa da Piero Nardi, Scapigliatura. Da Giuseppe Rovani a Carlo Dossi, Milano, 1968, Mondadori. Sui numeri 15 e 16 dell’agosto 1875 della Rivista minima (diretta da A.Ghislanzoni e S.Farina) ho trovato “Pagine di romanzo”, cioè l’inizio del romanzo su cui avevano cominciato a lavorare i due amici. E’ veramente solo uno spunto, breve, ripreso poi da Maria nel suo Prima morire.>> (Nota 2)

Il testo della Lettera al Maestro Cato è stato da noi parzialmente rielaborato per offrire spazio alla pluralità degli intenti narrativi, sempre presenti e rintracciabili in ogni lettura; oltre a quelle di diversi personaggi, anche due voci si alternano nell’interpretare la signora Malvezzi, mentre scrive e riflette, e mentre racconta ciò che le è successo. Buon ascolto!

 

 

Note biografiche

 

Maria Antonietta Torriani nasce, secondogenita, a Novara, il 1° gennaio 1840, da Luigi Torriani, orologiaio, e da Carolina Imperatori, maestra elementare. Il padre muore precocemente e la madre si risposa, nel 1847 con il già maturo chimico Martini Moschini, offrendo così una certa stabilità economica alle figlie.

Maria Antonietta, dopo aver compiuto i primi studi alle scuole Cannobbiane, frequenta a Novara il “ Civico Istituto Bellini d’Arti e mestieri”, come allieva esterna, almeno dal 1850 al 1853, anno in cui muore la madre. In seguito alla morte del patrigno (1865), grazie a un piccolo lascito, nel 1866, rifiuta <<di rimanere in casa ad accudire al fratellastro sia qualsiasi matrimonio di convenienza; preferisce chiudersi in convento, dove prende il diploma di istitutrice.>> (Nota 3)
Nel 1868  riesce a trasferirsi a Milano.

Nella sua vita milanese collabora e diventa amica di Anna Maria Mozzoni, la femminista che costituisce un riferimento essenziale per il movimento femminile del Risorgimento italiano e che lotta anche contro la discriminazione salariale tra i sessi e per il diritto di voto alle donne. Insieme daranno l’avvio al Liceo Agnesi, appoggiandosi alla direzione di De Castro, seguace della pedagogia di Froebel, dove speravano che una nuova educazione femminile, sarebbe stata capace di portare le donne a studiare in università e non solo a formare madri, mogli e padrone di casa. Il discorso di apertura di Maria Antonietta Torriani è sulla letteratura – materia che poi qui insegnerà – un excursus sulle letterate, le poete, le donne di pensiero che hanno attraversato i secoli della storia europea. Mentre Anna Maria Mozzoni parla di come la religione influenza, non sempre liberamente, la formazione delle donne. Per alcuni anni Maria Antonietta accompagna Anna Maria in conferenze sull’emancipazione della donna che si svolgono nelle città italiane oltre che a Milano. Collaborano a La donna, la rivista diretta da Gualberta Alaide Beccari, fondata da lei nel 1868, unico caso, in quegli anni, di una redazione composta di sole donne. E’ la Marchesa Colombi che in un articolo di giornale intitolato  “I critici” accusa gli esponenti della categoria di essere più severi con le donne scrittrici che con gli uomini e scrive: <<Altri poi crede d’aver dato il giudizio più onorifico e lusinghiero che si possa dare d’una donna dicendo che scrive come un uomo. Ma quale uomo? Il mio cuoco? Il mio portinaio?>> (Nota 4)

Sposa nel 1875 Eugenio Torelli Viollier, redattore e direttore responsabile di due periodici Sonzogno, con il quale collaborava da diversi anni. Nel 1876 fondano insieme il Corriere della Sera, di cui Torelli Viollier diverrà il primo direttore. Il matrimonio finirà dopo vent’anni.

Dopo la separazione e il suicidio di una giovane nipote che viveva con loro e a cui era molto legata, Maria Antonietta si trasferisce, verso il 1900, a Torino; si ritira dalla scena mondana per godere la “quiete”, la compagnia di amici, i viaggi con l’amica fedele Giovanna Macchi, insegnante in pensione. Fonderà con delle amiche l’Ufficio di indicazione e di accoglienza per le persone bisognose e durante la prima guerra mondiale un atelier per provvedere i soldati di calze, maglie e scalda-ranci. Muore nel 1920. È sepolta a Cumiana (TO). Dal punto di vista della critica letteraria già sotto il fascismo viene completamente dimenticata, sottovalutata e fraintesa.

 

Claudia Badioli, Attilia Cozzaglio, Donatella Massara, Luciana Tavernini

 

(Nota 1 Maria Teresa Cometto, La Marchesa Colombi. La prima giornalista del Corriere della Sera, Blù Editoriale, 1996, p.96)

(Nota 2, id.p.159)

(Nota 3, id. p.177)

(Nota 4, id. p.120)

 

La Bibliografia completa della Marchesa Colombi è sul sito dedicato alle scrittrici italiane di Patrizia Zambon dell’Università di Padova

 

Per trovare il testo integrale del romanzo Prima morire: http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT777.HTM