DELEDDA MON AMOUR

DELEDDA MON AMOUR è uno spettacolo in tre tempi della durata di 1 ora e 15′ scritto da Donatella Massara per e con Donne di parola.

Nel primo tempo racconta la vita della scrittrice dal punto di vista anche della critica letteraria che ne ha interpretato l’opera. L’atto è accompagnato da una proiezione di immagini d’archivio.

Nel secondo tempo è rappresentata l’adattazione di L’edera romanzo pubblicato nel 1907 in prima edizione tedesca e francese e poi in italiano. L’atto è accompagnato dalle immagini di opere delle artiste sarde contemporanee della scrittrice fra le quali la sorella Nicolina Deledda. Conclude la galleria La danza di Annesa di e con Cinzia Bertozzi

Nel terzo tempo L’edera è rivista in una riscrittura dell’autrice che attinge alla trama del romanzo ma cambiando i personaggi che diventano tutte donne e che in relazione fra loro cambiano gli snodi del romanzo pur accettandone la parte sostanziale. L’atto è accompagnato da un video di danza contemporanea con Raffaella Ferri, Simona Gemetti, Donatella Massara per il Laboratorio Respirare lo spazio poetico di Marcella Fanzaga


Interpreti: Claudia Badioli, Domitilla Colombo, Donatella Massara, Diana Quinto, Aurelia Raffo, Annamaria Valentini. Ideazione dei costumi: Carla Massara, musica della prima rappresentazione a cura di Paz De Fina e Valerio Gallinella musica della seconda rappresentazione: Maria Teresa Mandriani. Ringraziamenti a Marisa Guarneri per i consigli, e a Laura Modini.

Deledda mon amour ha debuttato il 20/11/2022 alla Libreria delle donne di Milano, ha replicato alla Biblioteca di Piazzale Accursio a Milano l’1/2/2023

Ann Sheperd, “La Montagna vivente”

“La montagna vivente” (The living mountain) -1° edizione 1977 di Nan Shepherd (Peterculter, 11 febbraio 1893 – Aberdeen, 23 febbraio 1981) Lettura di brani tratti da un’opera che è diventata un libro di culto per gli amanti della montagna, in essa la poetessa scozzese racconta l’esplorazione dei monti Cairngorm, nella Scozia nordorientale, monti che percorse in lungo e in largo, più e più volte, per tutta la sua vita. Nell’introduzione all’ edizione Ponte alle Grazie (2018), Robert Macfarlane la paragona a scrittori di viaggio come Bruce Chatwin, ma in lei si percepisce qualcosa di speciale: il suo essere una donna esploratrice. Le descrizioni, i pensieri, le sensazioni sono riportate in modo così suggestivo e profondo che non si può facilmente catalogare come “diario”, “La Montagna vivente” si può a ragione definire uno dei più bei libri che siano stati scritti sulla natura e il paesaggio. E adesso, dopo aver ascoltato l’introduzione, vi invitiamo a chiudere gli occhi e a lasciarvi condurre in questo percorso di conoscenza. Durata: 18′ 57” Interpreti: Francesca Arensi Claudia Badioli Cristina Parolini Daniela Zanchi Contributi musicali: Ewen Henderson (“Steal”) Jenny Sturgeon (“The living mountain”) Claude Debussy (“La mer”- “Prelude à l’après-midi d’un faune”) Montaggio audio a cura di Daniela Zanchi

La mia scalata al Monte Bianco -1838 di Henriette d’Angeville

“La mia scalata al Monte Bianco – 1838” di Henriette d’Angeville

 

Lettura di brani tratti dal diario di viaggio scritto dalla prima donna che organizzò  e portò  a termine una vera e propria spedizione alpinistica sulla vetta del Monte Bianco: Henriette d’Angeville (Semur-en-Brionnais, 10 marzo 1794 – Losanna, 13 gennaio 1871).

La durata: 27′ 38”

Interpreti:

Attilia Cozzaglio (voce narrante)

Francesca Arensi

Claudia Badioli

Daniela Zanchi

Montaggio audio a cura di Daniela Zanchi

Musica: da SATIE Piano Works Vol.4 ( Le Piccadilly e Le piège de Meduse).

Prima parte

Seconda parte

Henriette d’Angeville “La mia scalata al monte Bianco-1838”

Vivalda edizioni (collana “I Licheni),1989

 

La scelta del testo rientra in un progetto più ampio che ha l’obiettivo di  presentare libri scritti da donne che sono state, in  epoche diverse, soggetti attivi di imprese singolari  o anticonvenzionali.

Si sa che il mondo degli alpinisti e delle guide montane è occupato prevalentemente da uomini (1113 guide alpine uomini e 16 donne nel 2019), significativa a tal proposito è  la frase pronunciata da una guida di Chamonix al rientro vittorioso di Henriette dalla scalata al monte Bianco: “ Avete avuto il grande merito di andare sul Monte Bianco, ma bisogna convenire che il Monte Bianco ne avrà  molto meno ora che anche le signore possono scalarlo”.

 

Durante la spedizione la nobildonna aveva annotato giorno per giorno ogni particolare su un taccuino, rimasto noto come Carnet vert, che fu pubblicato a inizio Novecento su una rivista di alpinismo. Nei mesi successivi la spedizione, la d’Angeville, tornata a Ginevra, aveva fatto realizzare dai migliori pittori della cittàuna cinquantina tra acquerelli, pastelli e chine, per illustrare il resoconto dell’avventura.

Nel castello di Lompnès poi si dedicò alla revisione e alla stesura definitiva del diario di viaggio, databile tra il marzo e aprile del 1839. Non trovò però nessun editore disposto a pubblicare il manoscritto alla cifra da lei richiesta, per coprire le spese sostenute per le illustrazioni, così il diario rimase chiuso in un cassetto.

Nel 1986, in occasione del bicentenario della conquista del Monte Bianco, l’editore francese Arthaud, venuto in possesso del manoscritto, ne riconobbe il valore e lo pubblicò a fine 1987, ma senza illustrazioni; solo alcuni degli acquerelli si salvarono dall’oblio. Nella edizione ristampata nella collana “Licheni” dalla casa editrice Vivalda, troviamo invece il maggior numero di tavole mai riprodotte nelle precedenti edizioni.

 

Lo scialletto di Cherie di Donatella Massara e Annie Vivanti

vai al Video di Carla Massara

Video Incontro con Donatella Massara “Dall’Invasore di Annie Vivanti a Contro la nostra volontà di Susan Brownmiller ai racconti del #metoo” su Consigli di lettura 3° di La Biblioteca femminista gruppo FB

Lo scialletto di Cherie

Lettura scenica di Donatella Massara, adattamento del dramma “L’Invasore” di Annie Vivanti per Donne di parola

con Domitilla Colombo, Silvana Ferrari, Laura Modini, Diana Quinto

Supervisione di Marisa Guarneri

Musica: Il valzer di Mirella di Annie Vivanti, interpretazione di Nelly LiPuma

Costumi: Carla Massara Atelier

Grafica: Serena Fuart

Fotografia: Maurizia Ferrari

“Lo scialletto di Cherie” racconta lo stupro di due donne e dell’adolescente Mirella obbligata a vedere cosa stanno subendo la madre e la zia diciottenne. C’è una sola scena, tratta dal dramma in tre atti, scritto nel 1915. E’ l’anno della decisione italiana di schierarsi sul fronte della Triplice Intesa. La scena fu censurata quando il dramma fu rappresentato forse per la vivida ricostruzione immaginata dalla scrittrice.

Lo stupro è la narrazione nascosta della storia ufficiale, sia in guerra che in pace e sulla quale cala il silenzio sofferente delle stesse donne. Un silenzio che durato per millenni ha avuto la prima forte denuncia pubblica sul tavolo di pace, nel 1919, alla fine della Prima guerra mondiale.

Il testo teatrale di Annie Vivanti, nell’adattamento, è rispettato alla lettera ma riordinato dalla memoria delle protagoniste.

Luisa e Cherie, presenti in scena, sono accompagnate dal racconto storico di La Voce narrante, dal commento di La Governante Maria e dall’irruzione di un unico personaggio maschile, il Tenente Von Wedel, presente come effetto della banalità del male.

BIBLIOGRAFIA

Annie Vivanti L’Invasore, Quintieri, Milano 1915
Emma Schiavon, Interventiste nella grande guerra, Le Monnier, 2015
Emma Schiavon, Dentro la guerra. Le italiane dal 1915 al 1918, Mondadori, 2018
Emma Schiavon, Torino 1911. Il primo congresso pro suffragio femminile, a cinquanta anni dall’Unità, Biblink, 2012

Barbara Tuchman, I cannoni d’agosto, Bompiani, 1998
Susan Brownmiller, Contro la nostra volontà, Bompiani, 1976

Diario, Stupro, anno VI, n.6, 2006

LO SCIALLETTO DI CHERIE rappresentazioni a Sesto San Giovanni Casa delle culture, 11/2021 

alla LIBRERIA DELLE DONNE – CIRCOLO  DELLA ROSA
via P.Calvi 29 Milano REPLICA 12/12/2021   ore 17,30

Come finiscono … di Emilia Mariani

L’articolo “Come finiscono …” di Emilia Mariani (23 -3 -1854 – 27-2-1917),  per il quale fu processata per istigazione all’odio di classe, e poi discolpata, fu pubblicato il 1/8/1896  sul giornale ‘Per l’Idea’.

E’ inserito nella raccolta Emilia Mariani, “Ascensione femminile. Scritti scelti”, Torino, Comitato Pro Voto Donne, 1918. Il volume pubblicato dopo la morte di Emilia Mariani è preceduto dalla commemorazione della professoressa Bice Sacchi.

Interpreti: Diana Quinto, Donatella Massara, Laura Modini, Serena Fuart, Domitilla Colombo (in ordine di ingresso)

 

Fotografia di Emilia Mariani

Recensione a Donne che attraversano la scena teatrale di Serena Fuart

QUANDO IL TEATRO SPOSA IL FEMMINISMO: UN VIAGGIO NELLA STORIA DI GRANDI DONNE MA NON SOLO…

 

Il nuovo libro di Donatella Massara “DONNE CHE ATTRAVERSANO LA SCENA TEATRALE” unisce la passione artistica dell’autrice alla sua pluriennale esperienza politica nel movimento femminista della differenza sessuale. Ne esce un testo che scardina i tradizionali punti di vista della storia e dell’arte per farne una rilettura originale in chiave femminista.

In questo libro l’arte teatrale sposa la politica delle donne nel senso che, attraverso l’arte scenica, l’autrice fa anche politica femminista: il libro è, principalmente ma non solo, un viaggio di donne, donne in relazione tra loro, che attraverso i testi teatrali, scritti da Donatella Massara e fedelmente riportati, ci portano dentro la vita e la storia di grandi protagoniste.

Il testo si compone di sette pièce, scritte dall’autrice, in scena in questi anni con la compagnia teatrale Donne di parola. 

Ma in che modo il teatro si sposa con il femminismo?

Sicuramente la maniera di intendere la storia. Questa non è quella istituzionalmente intesa, ma si tratta di un narrato che emerge quando due o più donne si mettono a discutere in relazione tra loro e rileggono gli eventi passati in un’ottica diversa, un’ottica della differenza sessuale, facendo luce su protagoniste spesso dimenticate o non sufficientemente presenti nella nostra cultura mainstream. Il tutto con punti di vista diversi dalla storia ufficiale da scoprire nella piacevolissima lettura. Si crea così un intreccio di legami tra le donne presenti protagoniste delle piece che si rapportano tra loro e le grandi protagoniste del passato che tanto hanno da dirci e trasmetterci. Si racconta Djuna Barnes, Camille Claudel e tante altre donne della storia politica e artistica internazionale.

Ma non solo storia. C’è una piece, per esempio, che è la rilettura scenica di Risotto al Veleno, uno dei primi lavori dell’autrice, ovvero un giallo politico. La suspence della trama si intreccia alla politica della differenza sessuale che emerge soprattutto nella relazione virtuosa tra le protagoniste che porterà a risultati importanti nelle indagini del mistero.

Un’altra piece, un monologo “La filosofa – Monologando – 2019” , testimonia come l’arte di Donatella sia un’arte incarnata che parte dal proprio vissuto e dalla sua passione politica capaci di cambiarci radicalmente nel profondo.

Un altro aspetto politico del libro è certamente quindi il cambio di prospettiva con cui si legge la realtà: nella cultura mainstream le donne che si sono distinte per aver disatteso i classici ruoli di mogli e madri vengono spesso etichettate come pazze, malate o, nella migliore delle ipotesi si descrive il loro successo in quanto mogli o parenti di qualche uomo illustre. Donatella dà alle protagoniste il ruolo di soggetti attivi, con una loro storia e una loro prospettiva esistenziale.

Ma c’è ancora dell’altro. Un ulteriore aspetto politico è il fatto che questo lavoro di Donatella Massara è anche un’introspezione nei sentimenti, nell’arte e nella vita delle donne che vengono rappresentate in scena. Si tratta di un’introspezione delicata ma profonda, rispettosa delle protagoniste viste nel loro contesto culturale che rivela parti fondamentali del loro pensiero e delle loro emozioni. Donatella infatti non opera una rigida distinzione tra le opere artistiche e il vissuto delle artiste amalgamandolo in un intreccio denso di significato.

Si tratta insomma di un libro che presenta più piani, più livelli: storico, politico, emotivo. Inoltre la scrittura di Donatella, raffinata ed elegante, ci conduce per mano dentro vite, storie, vissuti, emozioni, arte e cultura. Ci fa gustare delicatamente ogni dettaglio culturale e riferimento politico della differenza sessuale.

Un libro che mentre si legge, trasforma, perchè si sa quando c’è una pluralità di punti di vista avviene il cambiamento dentro e fuori di noi.

 

Serena Fuart (giornalista e psicologa) per Leggere Donna, pubblicato n.186 gennaio febbraio marzo 2020

 

POLIFONIA TEATRALE DAI TEMPI DELLA PANDEMIA

POLIFONIA TEATRALE DAI TEMPI DELLA PANDEMIA 

Nuovo spettacolo di Donne di parola (www.donnediparola.eu), durata 57’

vai al link https://vimeo.com/518527215

Lo spettacolo ha debuttato il 13/3/2021 nel contesto di iniziative per l’8 marzo indette dalla Biblioteca Comunale, dall’Associazione Lucrezia Marinelli, dal Comune di Sesto San Giovanni

E’ stato presentato il  24/3/2021 su Zoom alla Libera Università delle Donne, il 13/4/2021 all’Alveare di Milano, il 17/4/2021 alla Libreria delle donne di Milano, il 28/4/2021 alla Galleria delle donne Sofonisba Anguissola di Torino

Ideazione montaggio regia del video di Donatella Massara
Idea di Laura Modini
Supervisione e Presentazione di Silvana Ferrari
Ringraziamenti a Emanuela Martini

 Monologhi

Laura Modini: La forza e l’energia di mia madre

Domitilla Colombo: Sempre libera degg’io

Donatella Massara: Il corpo esteso al mondo che pensa

Maria Teresa Mandriani: Parto dall’arte in ogni sua forma e soprattutto l’arte di vivere e amare

Pinuccia Barbieri: Pensieri sul periodo di Covid

Carla Massara: Una grande affettuosa e preziosissima solidarietà tra di noi

Raffaella Gallerati: Tunnel di realtà

Maurizia Ferrari: Mio pensiero

Myriam Bergamaschi e Maria: Una delle mie interviste alle donne

Diana Quinto legge i monologhi di:

Marisa Guarneri: La prima preoccupazione è stata per le donne

Rita Lopez: Il racconto di Agitu

 Occhi di grotta per pianoforte solo di Nelly LiPuma

Musiche da Some works of mine di Nelly LiPuma

Riprese video registrate da Zoom, a cura delle autrici, dal cellulare di Danilo Caravà, Paolo Banfi, Claudio Gallinella.

Fotografie d’archivio e delle autrici

Disegni di Dacia Manto

 Regia di Donne di parola

Regia di Donne di Parola

PRESENTAZIONE di Donatella Massara curatrice dello spettacolo

Polifonia Teatrale dai tempi della pandemia è il titolo che ho proposto, constatate le diversità che avevamo messo insieme. L’eterogeneità, la molteplicità di approcci, la tonalità differente è per me così evidente che oggi vorrei cambiare il titolo in Polifonia teatrale di tempi della pandemia, per sottolineare la musicalità in cui è traducibile il ritmo, il sound, la percussione diversa che le parole esprimono.

L’idea dello spettacolo è di Laura Modini, che, mesi fa, voleva raccogliere racconti di cosa stessero vivendo le donne, turbata dalle brutte notizie sul peggioramento incalzante della vita di alcune. Il secondo step è stato quello di entrare in azione afferrando, prima delle altre, noi stesse – come abbiamo imparato dalla politica delle donne. Uno spostamento non facile perché tutte noi viviamo apparentemente nella normalità, quella che può sembrare senza senso mettere in parola scritta. Invece il risultato è stato che abbiamo agito, pensato e scritto proprio perché questa normalità potesse essere raccontata, sapendo che normalità non è. Silvana Ferrari che ci ha supervisionate annota nell’introduzione: in queste testimonianze ci possiamo riconoscere. Affidate al suo giudizio, e confortate dai buoni giudizi, vi proponiamo il nostro spettacolo composto dalle testimonianze della nostra vita, noi donne normali, vicine e amiche, in comunità di appartenenze, anche da molti anni, ma imprevedibilmente differenti. Il finale dello spettacolo è su Agitu Idea Gudeta, la donna uccisa il 29 dicembre. Non perché pensiamo sia un simbolo. Come dice Marisa Guarneri: ogni donna fa storia a sé. Rappresenta però la paura inconfessata di ogni donna di essere uccisa, interpreta la ‘paura della notte’, che ognuna sente, più o meno inconsciamente. Nel periodo di paura per quello che non vediamo, Agitu ci è diventata un’amica visibile, amata e pianta, con tutte le sue belle iniziative, con la sua vita spezzata, da un uomo, stupido e criminale, “il vero pericolo”, come dice Rita Lopez, autrice del racconto incluso nello spettacolo. Una conoscenza di Facebook, un regalo di Internet.

Il video è stato ingentilito e reso più fruibile e comprensibile dalla musica suonata e composta da Nelly LiPuma, un’altra imprevedibile conoscenza di La Biblioteca femminista il gruppo da me amministrato su Facebook. Mi ha autorizzata a usare le sue bellissime musiche, per piano, flauto, oboe, corno inglese, fagotto, clavicembalo, viola e violoncello, chiude lo spettacolo suonando per pianoforte solo Occhi di grotta. Puntuali e sincronici arrivano i misteriosi boschi e le stelle, gli occhi di lupe e i barbagianni dei disegni di Dacia Manto, l’artista, fotografata insieme a una decina dei 90 cani, con cui vive e che amorevolmente alleva. È la figlia di Diana Quinto, che legge il racconto di Agitu.  Un altro filo di cucitura del video sono le fotografie che aprono ogni monologo anticipando qualche significato e mostrando quello che ognuna vuole fare vedere ancora di sé: balconi innevati, terrazzi illuminati di luci, incontri di amiche, scorci di vie milanesi, immagini della solitudine, segni, colori e oggetti che raccontano di una vita creativa, fotografie dell’infanzia che slittando nel come siamo adesso creano quella trasparenza del ricordo che ci fa stare meglio.

Polifonia teatrale dai /di tempi della pandemia prosegue con un incontro, nel quale speriamo di rianellare i fili delle storie, di quanto ci accade e quanto immaginiamo, nell’accordo dei singenionimi, delle parentele  e delle appartenenze con il nostro pubblico.

 

 

 

Presentazione di Caccia alle streghe e di Maria Campagna

Caccia alle streghe è stato ispirato dal dramma Cccia alle streghe, 1976 di Maria Campagna. L’idea di chiedere a Isabella Balena una scelta di sue fotografie di donne in luoghi di guerra ha condotto il lavoro. Abbiamo tenuto un passo doppio fra il passato e il presente convinte che la caccia alle streghe non sia stato un momento marginale della storia moderna ma che la storia del presente continua a richiedere di capire una profonda viscerale violenza contro le donne che si esprime nelle guerre.

Donne di parola ha lavorato per un anno su Caccia alle streghe 2020, il testo originale siciliano è stato tradotto da Mariangela Linzitto. Da questa traduzione sono state scelte solo alcune scene per inserirle in una cornice storica.  L’origine va cercata nella ricerca storica femminista di Luisa Muraro, La Signora del gioco, (Feltrinelli 1976), poi in Maria Sofia Messana, Inquisitori, negromanti e streghe nella Sicilia moderna, Sellerio, 2007, Anna Siciliano, Sulla rivolta di Palermo del 1647, Edizioni Librarie Siciliane, 1990, Marinella Fiume, La Bolgia delle eretiche,  (Bonano, 2017) e in Ammagatrici, (Bonanno, 2019).  Le musiche sono di Roberto Romano che le ha regalate a Donne di parola, così gentilmente Luisa Sax ci ha proposto la registrazione di Peste e colera da lei scritto e poi suonato insieme alle , il primo gruppo femminile punk rock italiano nato nel 1977 a Milano, dal web proviene Rosa Campailla, tamburellatrice di Scicli.  La tradizione femminile delle tamburellatrici risale alla Grecia e alla Magna Grecia. Per secoli il tamburello è stato uno strumento suonato dalle donne. E’ solo dal XX secolo che diventa uno strumento suonato indifferentemente da femmine e maschi. Ma rimane una tradizione musicale femminile che ancora è presente e tramandata.

Video tratto dallo spettacolo In ricordo di Maria Campagna con la registrazione della sua voce che recita Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali a cura di Salvina Campagna, regia e montaggio Cinzia Caminiti e  Gianni Nicotra

Maria Campagna

Racconta sua sorella Salvina Campagna”Fino a 35anni Maria ha vissuto nel paese dove è nata (Ramacca CT). Qui, sin da bambina, è cresciuta frequentando l’Azione Cattolica fino a diventarne, da grande, presidente. Le scuole superiori le frequentò in un collegio religioso ad Acireale (da interna). Questa sua formazione religiosa non rimase in lei passiva. A un certo punto della sua vita mette in discussione gran parte delle informazioni ricevute in famiglia, a scuola, in chiesa. Autonomamente approfondisce l’evoluzione storica di alcuni periodi (come quello dell’Inquisizione o della venuta di Garibaldi in Sicilia, per citare i suoi lavori).  Matura la consapevolezza che c’era un abisso tra ciò che insegnava Gesù e l’interpretazione del Vangelo da parte della Chiesa durante il periodo dell’Inquisizione e il potere assoluto. Un potere che la Chiesa aveva conquistato incutendo timori e sopraffazioni fino ad uccidere. Vittime soprattutto le donne che osavano alzare il capo. Maturò la consapevolezza che, fra i due sessi, chi la pagava veramente cara era la donna. E questa differenza, evolvendosi e assumendo modi diversi, si è protratta nel tempo fino a oggi. Quando in famiglia o nell’ambito delle amicizie si attendeva un lieto evento, la nascita di una persona, lei sperava sempre che fosse un maschio, per evitare alla donna che subisse, crescendo, ogni tipo di sottomissione e di condizioni sfavorevoli e svantaggiate. Ho voluto inquadrare la figura di Maria per capire il motivo per cui è maturata in lei la voglia di dare informazione con lo spettacolo (all’epoca gli spettacoli venivano realizzati anche nelle piazze e dopo lo spettacolo seguiva il dibattito con l’intervento del pubblico)” (2,3,2020)

 

La voce Maria Campagna è presente in Siciliane Dizionario Biografico a cura di Marinella Fiume, Emanuele Romeo Editore, 2006

Caccia alla streghe 2020

CLICCA   PER   ANDARE  AL  VIDEO
 Caccia alle streghe 2020 (CLICCA per il VIDEO, il radiodramma con le fotografie di Isabella Balena)

Caccia alle streghe 2020 il file qui sotto è il radiodramma in versione di solo audio

Vai alla presentazione del radiodramma e di Maria Campagna

Il radiodramma è stato interpretato da Zina Borgini, Mariangela Candiani, Domitilla Colombo, Maurizia Ferrari, Emanuela Martini, Donatella Massara, Marina Mazzotti, Laura Modini, Diana Quinto, Ivana Spampinato con i contributi di Raffaella Gallerati, Bianca Gervasini, Pinuccia Barbieri, Cinzia Bertozzi, Marisa Guarneri, Danilo Caravà, Carla Massara, Paolo Banfi, Giorgio Franzoni.

 

Vai al Video tratto dallo spettacolo In ricordo di Maria Campagna con la registrazione della sua voce che recita Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali e fotografie d’archivio a cura di Salvina Campagna, regia e montaggio Cinzia Caminiti e  Gianni Nicotra

La Casa, racconto di Annamaria Indinimeo

 

 

La casa racconto di Annamaria Indinimeo

Interprete : Annamaria Indinimeo

Prima parte:

Seconda parte:

Terza parte:

Quarta parte:

Quinta parte

 

Immagine: da “Arsenico e vecchi merletti” film di F. Capra, 1944

La Vergine guerriera, racconto di Annamaria Indinimeo

 

 

La Vergine guerriera, racconto di Annamaria Indinimeo

Interprete Annamaria Indinimeo

Parte 1a

 

Parte 2a

 

Parte 3a

Immagine: dal Manoscritto del trattato di astrologia del 1470 “De Sphaera” conservato alla Biblioteca Estense di Modena da Instagram

Diario immaginario, racconto di Annamaria Indinimeo

Diario immaginario racconto di Annamaria Indinimeo

Interprete Annamaria Indinimeo

Immagine Scrittura a mano. A misura di donna, 1976 di Anna Oberto, opera esposta alla Mostra Il  Soggetto imprevisto 1978 Arte e femminismo in Italia, fotografia di Donatella Massara