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Biografie delle compositrici per “Djuna Barnes: vita e teatro”

 

Backer Grøndahl, Agathe (1847-1907) nata in Norvegia, si trasferì con la famiglia in Germania, a Berlino, dove riscosse un grande successo per la sua personale interpretazione del Quinto concerto in mi bemolle maggiore per pianoforte, detto l’Imperatore, op. 73 di Ludwig van Beethoven. È ricordata nella storia musicale norvegese come la più grande pianista e prima compositrice della sua epoca. La sua vasta produzione comprende melodie per voce e pianoforte, brani per pianoforte, lo Scherzo per orchestra sinfonica e gli Studi da concerto. Benché la carriera di Agathe Backer Grøndahl si sia svolta nel periodo d’oro del tardo romanticismo, il suo stile rimanda alla musica dei compositori precedenti, compresi Schubert e Mendelssohn.

 

 

Carreño, Teresa, (1853-1917) chiamata la leonessa venezuelana, figlia di Clorinda de Sena y Toro (nipote di Simón Bolívar) e di Manuel Antonio, (il cui padre, Cayetano Carreño, fu maestro di cappella della cattedrale di Caracas) fu conosciuta soprattutto per la sua attività di cantante e pianista, svolta negli Stati Uniti e in Francia. Diede alla luce cinque creature con 4 diversi mariti ma solo Teresita seguì la strada della madre. Teresa Carreno compose numerosi brani per pf, tra cui Valse Teresita– pubblicato in diversi paesi-ballate, mazurche, una marcia funebre, il Saludo a Caracas, Capricci, Elegie, l’Intermezzo scherzoso, l’Himno a Bolívar per coro e orchestra, la Serenade per orchestra d’archi, il Quartetto per archi, l’Himno a El lustre Americano, per coro e orchestra.

 

 

Rhut Crawford Seeger (1901-1953)

Donna di straordinarie qualità musicali e umane, con il diploma di pf, ottenuto al conservatorio di Chicago, cominciò a dare lezioni per potere continuare nello studio della composizione con Adolf Veidig e nello studio di musicologia con Charles Seeger, che dopo tre anni divenne suo marito. Fu la prima donna americana a vincere il premio Guggenheim nel 1930, che le permise di stare un anno a Parigi dove, libera da problemi economici, compose alcuni dei suoi migliori lavori: il Quartetto d’archi e i celebri Chants per coro femminile, due Suite per 5 strumenti a fiato, Diaphonic suite, Rissolty Rossolty una originale American Fantasia per orchestra, costruita su melodie popolari e commissionatale dalla CBS, uno dei più grandi network televisivi presenti negli Stati Uniti d’America. Col marito e col poeta statunitense Carl Sandburg cominciò la trascrizione di centinaia di melodie popolari e folkloristiche. In contemporanea alla cura della sua prole (4 creature più un figliastro) fece qualunque lavoro per contribuire a mantenere la numerosa famiglia durante gli anni della depressione economica. Si dedicò all’insegnamento del pianoforte in una scuola dell’infanzia, e, sensibile ai bisogni delle madri, bisognose di un tempo per sé, si preoccupò di promuovere nel suo quartiere un asilo nido. Compose musica adatta all’infanzia e alla gioventù: Animal folk song for Children, Christmas Folk Songs Children; romanze ispirate dagli ideali del gruppo Composers Colletive, compositori e compositrici che nel periodo della grande depressione dimostravano simpatia per i lavoratori e il proletariato: Sacco e Vanzetti, Laundryman, Prayer of steel. Morì a 52 anni lasciando oltre a molte opere incompiute, tanti lavori vocali e strumentali.

 

 

Zuckermann, Augusta (1885-1981) compositrice, cantante e pianista statunitense, conosciuta come Mana Zucca, fu una fanciulla prodigio. Debuttò a soli sette anni come pianista e studiò con Leopold Godowsky, Ferruccio Busoni e Hermann Spielder. Compose il Concerto per pianoforte e orchestra, il Concerto per violino e orchestra, due opere liriche Hypatia, e The Queue of Ki-Lu, il balletto The Wedding of the Butterflies e My Music Calendar, 366 brani per pf, uno per ogni giorno dell’anno. Il suo nome è legato soprattutto ai brani di musica da camera eseguiti anche da cantanti di musica leggera: I love life, Be not afraid, The Golden Rule. Scrisse circa 1100 lavori. Fu insignita dall’Università di New York con la laurea honoris causa in musica, e destinataria della medaglia del Congresso degli Stati Uniti, nel 1975.

 

 

Kralik von Mayerswalden, Mathilde (1857-1944), compositrice e pianista austriaca, ebbe valenti maestri, fino a quando entrò nel conservatorio di Vienna dove studiò composizione con Franz Krenn. Fu autrice di molti lavori corali che comprendono opere, melodrammi, cantate sacre e profane e arrangiamenti di testi scritti dal fratello Richard. Fu presidente della Società corale delle donne di Vienna e socia di diverse associazioni tra cui l’ Austrian Composers Union e la Vienna Bach Society.

 

 

Wieck Schumann, Clara (1819-1896) pianista e compositrice germanica, fu una fanciulla prodigio. Si esibì per la prima volta in pubblico all’età di nove anni e diede i suoi primi concerti, a dieci anni, a Dresda e a Lipsia, al Gewandhaus, con un programma dove erano incluse variazioni su un tema da lei scritto. Figlia d’arte, (la madre, Marianne Tromlitz, era cantante lirica e il padre, Friedrich Wieck, maestro di pianoforte) divenne famosa per le sue brillanti esibizioni pianistiche nelle più importanti sale e teatri europei, che le valsero l’appellativo di soave incantatrice. Madre premurosa di otto creature, (a parte quelle vissute pochi giorni o nate morte) fu revisore delle composizioni del marito Robert, col quale tenne un epistolario, testimonianza del loro contrastato amore (da parte del padre Wieck) e affresco affascinante dell’ambiente musicale e culturale nel quale erano immersi. Numerosi sono i suoi lavori orchestrali, vocali, da camera e per pianoforte che vedono la luce in quegli anni.

 

 

Boulanger, Maria-Juliette Olga Lili (1893-1918), compositrice francese, figlia d’arte, fu guidata dalla sorella Nadia, pianista e nota didatta, nella sua breve vita e precoce carriera musicale. Nel 1912 entrò nella classe di composizione di Pierre Vidal, al conservatorio di Parigi, e nel 1913 vinse il Prix de Rome, con la cantata Faust et Hélène (prima donna a ricever questo ambito premio che le permise di firmare un contratto di pubblicazione con la casa editrice Ricordi). Nonostante di salute cagionevole, si adoperò col Comité Franco-Américain da lei fondato, per mantenere le relazioni tra i musicisti e le loro famiglie durante la guerra. La sua produzione rivela una scrittura caratterizzata dalla sapienza contrappuntistica e da un ardente lirismo, non solo nella musica da camera, ma anche nei larghi corali e nelle musiche orchestrali.

 

Andrée, Elfrida (1841-1929), prima di essere riconosciuta come musicista, è stata la prima donna telegrafista svedese, grazie alle sue pratiche di rivendicazioni a favore dei diritti delle donne. Aveva un carattere forte e una grande talento artistico. Nonostante si fosse diplomata in organo presso il Conservatorio di Stoccolma, dovette superare molti pregiudizi prima di essere nominata organista della cattedrale di Göteborg. Compose molti lavori di vario genere: sinfonie, concerti, musica da camera, pezzi per pf, messe, canzoni e molti lavori per organo. Fu una infaticabile organizzatrice di concerti, partecipò a recital organistici, allestì un coro, diresse circa ottocento concerti popolari, conquistandosi il merito di far parte della Reale Accademia Musicale.

 

 

Tailleferre, Germaine (1892-1983) compositrice francese, studiò contro il volere del padre al Conservatorio di Parigi dove si distinse subito per le sue doti musicali. Incoraggiata dai suoi compagni di studio e spronata dai suoi insegnanti, si cimentò nello studio del contrappunto ottenendo il primo premio nel 1913. Il suo vero nome era Marcelle Taillefesse che volle cambiare quale reazione verso il padre che, pur avendo acconsentito suo malgrado al desiderio della figlia di studiare musica (dopo aver visto i risultati brillanti da lei conseguiti), non volle economicamente aiutarla. Germaine, esponente del Gruppo dei Sei, negli anni tra le due guerre mondiali fu la compositrice più famosa della sua generazione. La sua vasta produzione include vari generi musicali: operette, balletti, brani per orchestra e per banda, per coro, per pianoforte, per voce. Nelle Six chansons françaises, per voce e pianoforte, ognuna dedicata a un’amica, utilizzò dei testi risalenti al XV-XVII e XVIII secolo e riguardano la condizione della donna.

 

 

Holmes, Augusta Mary Anne (1847-1903), parigina di origine irlandese, studiò con famosi maestri del tempo e compose con lo pseudonimo Hermann Zenta. Le sue opere liriche Héro et Léandre, Astarté, Lancelot du lac, non furono mai rappresentate. Le sue liriche da camera di cui scrisse anche i testi sono: Himne à Héros, La sérénade printanière, Le griffes d’or e Les sept péchés capitaux, il poema sinfonico Andromède . Scrisse anche molti lavori orchestrali, Rêverie Tzigane, Tre Piccoli pezzi per flauto e pianoforte, Fantasie per clarinetto e pianoforte , Ce qu’on entend sur la montagne, per pianoforte; Polonaise per pianoforte.

 

 

Grandval, de Reiset Marie Félicie Clémence (1830-1907), compositrice francese, sin da bambina incominciò gli studi musicali e ancora adolescente cominciò a comporre. La prima sua operetta in un atto, Le sou de Lise, fu rappresentata a Parigi e pubblicata con lo pseudonimo Caroline Blangy. Nel 1880 vinse il concorso Rossini con l’oratorio La fille de Jaïre. Oltre alle nove opere drammatiche, lasciò una grande opera in cinque atti Mazeppa, tre sinfonie, due concerti, opere da camera, molti pezzi per pianoforte e lavori vocali. La sua scrittura versatile e vigorosa ottenne riconoscimento e recensioni favorevoli per il suo talento nell’affrontare una vasta gamma di generi musicali.

 

 

Bonis, Mélanie Hélène (1858-1937), compositrice francese, annovera tra i suoi lavori brani per canto (spirituali e profani), per organo, per pianoforte a 2 e a 4 mani, per coro, per violoncello e per orchestra. Le sue composizioni, caldamente lodate da Camille Saint-Saëns, di stile post romantico, sono caratterizzate da una forte ispirazione che nutre una psiche ipersensibile, un’anima mistica e appassionata. La sua è una musica che gioca con armonie e ritmi originali e sapienti, che si tinge dei colori dell’impressionismo e della musica orientale.

 

 

Beatrice Campodonico (1958). Nata a Milano, si è diplomata in Composizione, Musica Corale e Direzione di Coro. Alla sua attività di compositrice ha affiancato quella di Direttrice di Coro, di attiva promotrice della musica contemporanea e di docente, ruolo che da quest’anno svolge presso il Conservatorio di musica di Milano. La sua produzione, (musica solistica e da camera per vari organici, compresi quelli dedicati alla didattica) è edita e incisa su CD. Lo stile di Beatrice Campodonico si colloca in quella difficile terra di frontiera che cerca di conciliare la comunicazione con il pubblico e la ricerca compositiva più avanzata.

 

Rebecca Clark, (1886-1979) eminente compositrice e violista inglese, della generazione di Ethel Smyth, Lehmann Liza e White Maude Valérie, è stata una delle prime donne inglesi a studiare composizione mantenendosi con la sua attività di violista nell’orchestra professionale di Londra (una delle poche donne (sei) ammesse a suonare nei gruppi più prestigiosi di musica camera. Stabilitasi negli Stati Uniti dopo la prima guerra mondiale ebbe protezione e amicizia da Elisabeth Sprague Coolidge, grande musicista e promotrice della musica da camera. Nella produzione della Clarck si annoverano brani per voce, per coro e pezzi strumentali tra cui la Sonata per viola, con la quale vinse il 2° premio nel concorso del 1919 di Mrs Coolidge, firmata con uno pseudonimo. “Avreste dovuto vedere le facce della giuria quando fu rivelato che il compositore era una donna!” scrisse la Coolidge. Anche il Pianoforte Trio si conquistò il 2° posto nel 1921 al concorso indetto dalla stessa Mrs Coolidge che le commissionò per il festival di Pittsfield del 1923, la Rapsodia per voce e pianofortef. Nata in Inghilterra, la Clark studiò presso il Royal College of Music e Royal Academy of Music, e trascorse la sua vita tra il suo paese e gli Stati Uniti. Una storia d’amore con un uomo sposato minò la sua vena creativa e la attività concertistica. Dopo la seconda guerra mondiale si stabilì a New York, sposò il pianista James Friskin nel 1944, e da allora suonò e compose poco. Intorno ai novantanni fece in tempo a godere di una piccola rinascita (come la chiamò lei) della sua musica.

 

Bibliografia:

The New Grove Dictionary of Women Composers, ed. di Julie Anne Sadie and Rhian Samuel, London, Macmillan, 1994.

Donne in musica, di Patricia Adkins Chiti, Roma, Armando, 1996.