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Paola Bianchetti Drigo

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Paola Bianchetti Drigo è l’autrice di uno dei capolavori del ‘900, Maria Zef, opera ristampata fino a oggi, tradotta in varie lingue e presa a soggetto di due film (Condannata senza colpa di L.De Marchi del 1953 e Maria Zef di V.Cottafavi, film-tv del 1981). Autrice raffinata, educata da una famiglia politicizzata e colta, adolescente mandata a studiare, una delle poche a quel tempo, nelle scuole del regno, si affacciò alla scrittura in modo discontinuo ma sempre proponendo apprezzabili narrazioni dove racconta la drammaticità di situazioni femminili che emergono da una mai dichiarata intenzione autobiografica e con un riscontro nella vita delle donne del suo tempo.

Paolina Valeria Maria Bianchetti nacque a Castelfranco Veneto (Treviso) il 4 -1- 1876 da Anna Loro – figlia di un avvocato che era stato deputato al Parlamento nazionale – e da Giuseppe Valerio Bianchetti – garibaldino e repubblicano, di professione avvocato, figlio di un medico, fratello di Giuseppe Bianchetti, letterato e senatore del Regno, noto intellettuale. Paola aveva studiato al Liceo Ginnasio di Treviso e probabilmente, poi, alla Scuola Normale superiore a Padova. Dopo il matrimonio, avvenuto a ventidue anni, nel 1898, andò a vivere, nel 1900, nella tenuta agricola che il marito, Giulio Drigo un agronomo padovano, aveva acquistato a Mussolente, vicino a Bassano del Grappa. Ebbe un figlio, Paolo, nato nel 1899 e una bambina, che morì appena nata. La vita in villa come scrive Patrizia Zambon (Nota biografica in Racconti) si svolgeva fra “numerose visite, le frequentazioni, gli amici, le ragioni di corrispondenze” ma è anche inframmezzata dai soggiorni a Roma, Milano, Parigi, Padova, residenza ufficiale della famiglia, Venezia. “Nell’ambiente milanese Paola Drigo stabilisce i contatti editoriali attraverso i quali inizia la sua vicenda professionale di scrittrice, pubblicando, nel febbraio 1912, la novella Ritorno sulla rivista di letture del Corriere della Sera, La Lettura. Le altre rilevanti riviste per le quali svolge la sua attività di scrittura sono la romana/fiorentina Nuova Antologia, la rivista della Dante Alighieri Italia! e il mensile Noi e il Mondo che affianca La Tribuna, le riviste di Casa Treves, L’Illustrazione Italiana, Il secolo XX più tardi Pegaso, diretta da Ugo Ojetti, come la successiva Pan (Rizzoli), per la quale l’autrice scrive nel 1934; collabora con la terza pagina dei quotidiani: la Gazzetta del Popolo (brevemente), la Gazzetta di Venezia diretta da Damerini, particolarmente negli anni venti, e, con un testo, nel 1937, il Corriere della Sera. Con la Fratelli Treves, poi, pubblica quattro dei suoi cinque libri di narratrice: i volumi di novelle La fortuna, nel 1913 e Codino, nel 1918, il racconto Fine d’anno e il romanzo Maria Zef, coevi, nel 1936; il quinto libro, la raccolta di novelle La signorina Anna, esce più periferico, nel 1932, presso l’editore Ermes Jacchìa.” (Patrizia Zambon, op.cit.)
La scrittrice dopo la morte del marito avvenuta nel 1922 prende in carico la direzione della impresa, assumendosi la gestione di incombenze da cui forse prima era stata estranea, muta il suo stile di vita. Durante gli anni ’30 sposta la residenza nella villa, dove passerà anche i periodi invernali. Paola Bianchetti Drigo morì, dopo un periodo di malattia, a Padova nel 1938, dove si era trasferita nel 1937.
Fine d’anno è un romanzo breve, probabilmente autobiografico, descrive la vita di una proprietaria terriera, non più giovane, costretta a tornare a vivere in mezzo alle complesse e amare relazioni con la campagna, l’ambiente e le persone che da lei dipendono mentre agisce da lontano il mai risolto rapporto con l’unico figlio.
Fra le opere ancora in commercio c’è anche Racconti a cura di Patrizia Zambon, una raccolta dei più significativi testi della scrittrice come: La Fortuna, Codino, La signorina Anna.
Noi abbiamo scelto di adattare e interpretare Tango, un racconto pubblicato in Almanacco Italiano, Bemporad, 1914 e raccolto nell’Antologia di Anna Santoro. Racconta aspetti apparentemente lievi – se paragonati alla vita terribile della povera montanara quattordicenne Maria Zef, vittima dello stupro dello zio. In realtà i contrasti nella vita sentimentale di Paolina, giovane e ricca, sono pure drammatici. Anche lei è annoverabile fra le tante figure narrate dalla scrittrice che lei stessa definì, donne che l’avevano “interessata infinitamente più delle altre”, protagoniste di racconti “mai completamente inventati”, “dolorose creature” che espressero “in vario modo il dolore che è nel destino umano”. Con questa lettura recitata abbiamo inaugurato il progetto che ci ha impegnate per due anni.

Una bibliografia completa di Paola Bianchetti Drigo è sul sito dedicato alle scrittrici italiane fra Ottocento e Novecento di Patrizia Zambon dell’Università di Padova

Paola Drigo, Maria Zef, Biblioteca dell’immagine, 2002
Paola Drigo, Fine d’anno, Carabba, 2005
Anna Santoro, Il Novecento, Antologia di scrittrici italiane del primo ventennio, Bulzoni, 1997
Paola Drigo, Racconti, (a cura di Patrizia Zambon), Il Poligrafo, 2006

ASCOLTA:
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Donatella Massara