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Biografia

Emily Elizabeth Dickinson
(Amherst-Massachusets:10/12/1830,15/05/1886) è una delle più alte voci liriche dell’800.
Lascia una sterminata produzione letteraria, 1778 poesie e l’ epistolario.
Responsabile, acuta, laconica, fin dall’adolescenza si nutre di letture e di un desiderio inesauribile di conoscenza.
La sua famiglia, da generazioni, è concretamente impegnata nella diffusione della cultura, a ovest del puritano New England.

Quando Emily nasce, la sua casa è già centro delle relazioni sociali e politiche di Amherst. La madre Emily Norcross, è una donna riservata dalle spiccate virtù ancillari, il padre Edward, un valente avvocato, eletto in seguito, membro del Congresso americano Emily compie gli studi superiori nella Amherst Academy, fondata dal nonno paterno.
Viene poi iscritta al seminario femminile di South Hadley.
Nonostante i successi scolastici, la sua salute risente di una profonda nostalgia familiare. Il padre, da ciò motivato, la richiama nella casa avita: la “Homestead”.
Prosegue da autodidatta, affidandosi per la formazione letteraria alle letture di testi biblici, filosofici, poetici e alla guida di precettori. I più noti fra questi: Charles Wadsworth, Samuel Bowles e il critico T.W.Higginson.
Il 1860, l’anno della febbrile produzione poetica, annovera piu di 365 liriche. Non trascura gli amori, uasi sempre impossibili, che di lontananza si nutrono e ai quali destina una messe di scritti rapsodici.
Nel 1864, per una malattia agli occhi, parte e risiede a Boston con la sorella Lavinia . Qui, per diversi mesi si sottopone alle cure del caso e torna l’anno successivo. Compie altri viaggi a Springfield, a Filadelfia e a Washington, dove suo padre è membro del Congresso.
Emily Dickinson, umbratile e incline alla vita del pensiero, inizia a appartarsi sempre più per consegnarsi del tutto alla quiete della sua stanza. Qui tesse in privato la fitta trama delle relazioni attraverso la scrittura e attende alla sua opera.
In vita vengono pubblicate solo sette delle sue poesie, troppo anticonvenzionali nella tecnica, a dire di certi critici scettici, primo fra questi T.W.Higginson. Nonostante il dubbio istillatole da un uomo incapace di riconoscere il genio poetico, E.D. ingaggia, giorno dopo giorno, la sfida col suo tempo, dedicandosi totalmente alla poesia.
A essa che pervade ogni fibra del suo essere, si consacra. Contrassegno e baluardo di tale devozione,il bianco virginale dell’abito e l’accogliente sicurezza della stanza. Qui segretamente prepara il futuro dei suoi versi. Li ordina in piccoli fascicoli, li cuce e li ripone in un cassetto. Essi vengono alla luce postumi e, per mano della sorella Lavinia, s’incamminano nell‘iter non facile delle pubblicazioni.
Il corpus poetico della vergine di Amherst, viene violato da critici e parenti con manomissioni, cancellazioni, sostituzioni per adattarlo alle esigenze del pubblico. Ma Emily Dickinson vince la morte e convince i secoli successivi della sua originale e ineguagliabile grandezza.

Raffaella Gallerati